Studenti trattati come polli. Il caso dell’università romena a Enna
Anna Maria De Luca per huffingtonpost.it
Quanto è accaduto in Sicilia è l’emblema del business che gira attorno al mondo universitario a danno degli studenti. È noto come i ragazzi che non riescono a superare i test in Italia puntino sempre più ai Paesi dell’Est Europa per studiare medicina e odontoiatria. E se è l’università dell’Est che apre in Italia, risparmiando loro il viaggio? Sembrerebbe una “genialata”, in ottica business chiaramente.
I fatti, se già non li conoscete, sono i seguenti: Sicilia. 14 dicembre. Cerimonia di apertura dell’anno scolastico della facoltà di Medicina e Farmacia dell’Università Rumena Dunarea de Jos Galati. Bene. Quarantaquattro studenti già in camice bianco (pare che in 66 abbiano superato il test di romeno), tutti schierati per festeggiare. Dove si terranno i corsi? Presso locali reperiti del “Fondo Proserpina S.r.l.”. Lectio magistralis di un professore universitario che si scaglia contro le “baronie mediche che hanno sfregiato le università italiane”, cerimonia ufficiale alla presenza del governo regionale, rappresentato dall’assessore all’istruzione Bruno Marziano (Pd). Tutto fila? Niente affatto. Interviene la Prefettura di Enna.
Accade dunque che la Prefettura comunica al Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca che in data 14 dicembre si è svolta la cerimonia di apertura di tale università per “attività didattiche, relative a corsi di area medico-sanitaria”. E si scopre che questa università non ha alcun accreditamento. L’attivazione di corsi universitari sul territorio nazionale da parte delle Università, italiane o estere, è consentita soltanto subordinatamente all’adozione di un provvedimento di accreditamento da parte del Ministero su conforme parere, fra l’altro, dell’Agenzia nazionale di valutazione (ANVUR). Niente di tutto questo è accaduto. Risultato: il Ministero diffida l’Università Dunarea de Jos Galati e la Fondazione Proserpina ed emana una comunicazione urgente per informare studenti e famiglie che i corsi non hanno alcuna autorizzazione.
Scoppia la bagarre politica: il fondo Proserpina è amministrato dall’ex senatore del Pd Vladimiro Crisafulli, che si scaglia contro il Miur. I parlamentari regionali 5stelle si scagliano contro l’assessore Marziano che ha presenziato la cerimonia di inaugurazione. Addirittura i legali del Fondo denunciano al Csm e al Tribunale di Catania il capo della procura di Enna, Calogero Ferrotti. Siamo alla follia. E in una nota, “chiariscono”: “Il titolo di studio non è e non sarà rilasciato dal Fondo Proserpina srl ma, bensì, dalla stessa Università Dunarea de Jos che non ha aperto a Enna nessuna filiale ma, bensì, una estensione didattica in aula remota nel rispetto del diritto di stabilimento sancito dal Trattato per il funzionamento dell’Unione Europea – prosegue la nota – e, per tale ragione, non necessita di alcun tipo di accreditamento da parte del ministero italiano, in quanto già dotato dei necessari accreditamenti da parte del governo della Romania e dell’Unione Europea”.
Attenzione dunque: nessun accreditamento è stato concesso dal Ministero per l’attivazione a Enna di corsi in area medico-sanitaria alla sopraindicata Università Rumena, né tantomeno può essere destinataria di un simile provvedimento la citata “Fondazione Proserpina s.r.l.”. Risultato, scrive il Miur, “eventuali titoli rilasciati all’esito di tali corsi non avrebbero alcun valore né a fini accademici né ai fini professionali e non potrebbero essere riconosciuti né da altro Ateneo né da altra Autorità pubblica”.
Mentre va avanti l’attività giudiziaria, ragazzi, aprite gli occhi. Va bene aspirare ad un titolo universitario, ma state attenti a non finire come polli arrosto tra i fuochi del business “formazione”.
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