A Parigi la storia è passata sul corpo delle donne. Una giovane donna incinta, appesa alla finestra del Bataclan.
Sono incinta aiutatemi, diceva sospesa nel vuoto la donna. Sono incinta. Salvarsi per salvare la propria creatura. Ammazzare una donna incinta è immondo, è indicibile, vuol dire profanare la vita stessa. La donna si è salvata.
Vanessa Solesin invece è morta. La studentessa veneziana, la ricercatrice che a Parigi aveva trovato lo spazio che alle donne in Italia è negato, la volontaria di Emergency è morta e il suo Paese si è accorto di aver perso una bella persona. Peccato. Una mamma e una brillante promessa fuggita altrove dunque.
Donna era pure Hasna Aitboulahcen, la cugina di Abaaoud, l’organizzatore degli attentati di Parigi, morto con lei durante l’assalto della polizia nel covo di Saint Denis mercoledì 18 novembre. La retorica di questi giorni ha usato a iosa Oriana Fallaci, una donna ancora. Oriana l’aveva predetto, è la frase che si sente ripetere da chi ignaro degli ultimi quindici anni si domanda perché non si siano stati sterminati ancora tutti i musulmani del mondo. A Parigi le donne si sono scoperte madri, vittime e carnefici scandalizzando chi le pensava solo spose e sottomesse. Perchè una donna diventa terrorista? Perché una donna che dovrebbe lottare per l’occidentalizzazione delle sue pari decide di far esplodere col suo corpo il mondo che del corpo delle donne ha fatto mercato? Non ci sono risposte e certo non esistono giustificazioni alla violenza assassina, ma mi chiedo noi testimoni infedeli dei valori di fratellanza, uguaglianza e libertà queste donne vittime e carnefici le ascoltiamo? Le vediamo tutti i giorni escluse e impotenti?
A Parigi la storia è passata sul corpo delle donne e noi ancora ci domandiamo perché.
Gabriella Grasso
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Il corpo delle donne
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