Questi ci levano il lavoro, la croce, i canti, il presepio e ora ci molestano pure le donne. Le donne italiane sono degli italiani e solo gli italiani possono oltraggiarle e ignorarle. A nessun marocchino sarà permesso anche solo di guardarle. Parola di maschio italiano, che alla parola femminicidio, quote rosa o Boldrini presidente ha sempre riso e riso di cuore. Le italiane lo sanno e nessuna di loro si sognerebbe di andare alla polizia per una mano sul sedere o una guardata insistita. Le italiane per la denunciare aspettano la rottura multipla di entrambi gli arti e anche dopo se possono ritrattano. A capodanno nella civilissima e efficientissima Germania si è sperimentata la destabilizzazione sociale sul corpo delle donne, con i modi consueti nello Stivale: petardi e palpate. La puntualissima informazione tedesca tarda a chiarire i fatti, che la “culona inchiavabile” berlusconiana ha definito ributtanti, ma certo è che gli strilloni della politica nostrana hanno già sovrapposto i maomettani all’orribile flah mob di Colonia, Amburgo, Stoccarda e Francoforte. I nostri, che marchiano le donne altrui come troie e sfregiano le loro perché “cosa loro” divertendosi a imitare fallatio al Parlamento, si sono scandalizzati e stanno preparandosi a gettare in mare tutti i nivuri, a scopo precauzionale. Aspettiamo che tornino Razzi e Salvini da Pyongyang e poi cominciamo. Di inadeguatezza delle forze dell’ordine segrete e palesi a Colonia come a Parigi, dove si ammazzano i finti terroristi e non si trovano quelli veri, non si deve parlare per evitare il panico o anche il solo dubbio che la sicurezza mondiale sia in mano a incapaci guerrafondai, amanti dei fucili e della femmina.
Gabriella Grasso
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Il corpo delle donne a Colonia
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